19-06-2017

I rischi del Ssn: definanziamento, nuovi Lea, sprechi e sanità integrativa

I rischi del Ssn: definanziamento, nuovi Lea, sprechi e sanità integrativa Il secondo Rapporto della Fondazione Gimbe  (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze) relativo alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, presentato il 6 giugno a Roma presso il Senato della Repubblica, analizza quattro criticità che mettono a rischio la sopravvivenza della sanità pubblica: definanziamento pubblico, aggiornamento dei Lea, sprechi e ipotrofia della sanità integrativa. I punti salienti del rapporto, disponibile al sito www.rapportogimbe.it, sono stati enucleati dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, dalla colonne di Sanità24.
Per quanto riguarda il definanziamento, scrive Cartabellotta: “tra tagli e mancati aumenti dal 2010 il Ssn ha lasciato per strada oltre 35 miliardi di euro, facendo retrocedere l’Italia sempre più nel confronto con i Paesi dell’Ocse (…), sia considerando la percentuale del Pil sia, soprattutto, la spesa pro-capite (media Ocse = $ 3.976; media Italia =  $ 3.245) (…) Il dato relativo al definanziamento emerge in maniera ancora più evidente confrontando la crescita percentuale della spesa pubblica negli anni 2000-2008 vs 2009-2015. Nel primo caso il finanziamento pubblico in Italia è aumentato quasi del 60%, rispetto a una media Ocse del 72%, mentre nel periodo 2009-2015 siamo fanalino di coda tra i Paesi che hanno registrato un incremento percentuale della spesa pubblica con un misero +2,9% (rispetto al 20% della media Ocse), e dietro di noi rimangono solo Spagna, Portogallo e Grecia, dove c’è stata una riduzione percentuale”.
Rispetto ai nuovi Lea, altro nodo critico individuato dalla Fondazione Gimbe, “in vista del già prefigurato aggiornamento è opportuno che, sul piano metodologico, siano esplicitamente individuati e resi noti i criteri (etici, economici, organizzativi e scientifici) che presiedono alle scelte modificative, di inserimento, delisting o esclusione”.  La Fondazione documenta altresì che una quota consistente di denaro pubblico continua ad alimentare sprechi intollerabili, identificando 22,51 miliardi di euro all’anno erosi da sovra e sotto utilizzo, frodi e abusi, acquisti a costi eccessivi, complessità amministrative, inadeguato coordinamento dell’assistenza.
Cartabellotta si sofferma infine sul tema della Sanità integrativa (fondi sanitari e polizze assicurative), denunciando il fallimento del modello di finanziamento a tre pilastri: “infatti, il primo pilastro (il Ssn) è stato fortemente indebolito dalla progressiva e imponente riduzione del finanziamento pubblico con erogazione dei Lea insufficiente e non uniforme in tutto il territorio nazionale, il secondo secondo pilastro (fondi sanitari integrativi) non è stato adeguatamente rinforzato, complici la frammentazione normativa, i timori di un carico eccessivo di detrazioni fiscali e una anacronistica ideologia di welfare che continua a limitarlo a prestazioni non essenziali; nel frattempo, la governance del terzo pilastro si è dimostrata del tutto inadeguata, tanto che le assicurazioni private si stanno espandendo con modalità che aumentano le diseguaglianze sociali, contribuendo a minare le basi di un Ssn pubblico, equo e universalistico”