02-05-2019

Le linee guida Oms per la sanità digitale

Le linee guida Oms per la sanità digitale Lo scorso 17 aprile l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato le sue raccomandazioni per un miglior utilizzo della tecnologia per la sanità digitale, accessibile tramite smartphone, tablet e computer, per migliorare la salute delle persone e rinforzare i servizi essenziali. Per ciascun intervento, scrive Paola Porciello di Quotidiano Sanità, l’Oms fornisce specifiche raccomandazioni di implementazione:
 
1. Notifica del certificato di nascita tramite dispositivi mobili
2. Notifica del certificato di morte tramite dispositivi mobili
3. Segnalazione delle notifiche di stoccaggio e gestione dei prodotti farmaceutici tramite dispositivi mobili
4. Telemedicina client-to-provider
5. Telemedicina provider-to-provider
6. Comunicazioni con pazienti target mediante dispositivi mobili
7. Supporto al decision-making degli operatori sanitari tramite dispositivi mobili
8. Tracciabilità digitale dello stato di salute e dei servizi al cliente (digital tracking) 
9. Integrazione della tracciabilità digitale con il supporto di decision-making e le comunicazioni con pazienti target
10. Training digitale per gli operatori sanitari tramite dispositivi mobili (mobile learning)
 
Del resto, nel corso degli ultimi anni, l’Oms ha intensificato l’impegno per massimizzarne l’impatto degli strumenti digitali sui sistemi sanitari e la salute. Secondo il direttore generale dell’organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “sfruttare il potenziale delle tecnologie digitali è essenziale per raggiungere la copertura sanitaria universale”. E’ chiaro tuttavia che la digitalizzazione della sanità non è in sé sufficiente a garantire risultati. Uno degli aspetti più rilevanti in proposito rimanda alla formazione degli operatori sanitari per aiutarli nella transizione a questa nuova modalità di lavoro, aumentando la loro motivazione e semplificando le tecnologie utilizzate: “Le linee guida sottolineano l’importanza di fornire supporto nel training per gestire infrastrutture fragili e per proteggere la privacy con la creazione di strumenti che rendano le nuove tecnologie disponibili in maniera non frammentaria in tutto il sistema sanitario”, conclude Porciello.