18-04-2017

Alcol in aumento fuori dai pasti, cresce il consumo occasionale

Alcol in aumento fuori dai pasti, cresce il consumo occasionale Cala il consumo di alcolici in Italia. Nel 2016 i consumatori giornalieri di bevande alcoliche, informa l’Istat, hanno raggiunto il 21,4% della popolazione di 11 anni e più di età, confermando il trend discendente degli ultimi dieci anni (29,5% nel 2006). Continua invece ad aumentare la quota di coloro che assumono alcol occasionalmente (dal 38,8% del 2006 al 43,3% del 2016) e che bevono alcolici fuori dai pasti (dal 26,1% al 29,2%).
Nello specifico, è la popolazione giovane (18-24 anni) a risultare a rischio per quanto riguarda il binge drinking - l’assunzione smodata di alcol finalizzata all’ubriachezza - frequente soprattutto durante i momenti di socializzazione, come dichiara il 17% dei ragazzi. In proposito, l’Istat rileva che il consumo non moderato di alcol da parte dei genitori ha un’influenza sul comportamento dei figli. Infatti, il 30,5% degli 11-24enni che vivono in famiglie dove almeno un genitore ha un consumo di alcol eccessivo, presenta a sua volta abitudini alcoliche non moderate, mentre la quota scende al 16,2% tra i giovani con genitori che non bevono o bevono in maniera contenuta. Inoltre, sono più diffusi consumo abituale eccedentario e binge drinking (32,2%)  tra i 18-24enni che frequentano regolarmente discoteche, spettacoli sportivi e concerti rispetto ai coetanei che non vi sono dediti (6,5%). “Il consumo occasionale è quanto di peggio ci possa essere in termini di rischio, perché di solito si beve a digiuno e fuori casa. Ricordiamoci che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani in Italia”, ammonisce il direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituito superiore di sanità (ISS), Emanuele Scafato, commentando i dati presentati il 12 aprile scorso nell’ambito dell’Alcohol Prevention Day.
“Dei circa 6 milioni di consumatori di bevande alcoliche e 2,5 milioni di consumatrici a maggior rischio rilevati nel 2015, circa 710 mila seguono modalità di consumo che hanno già procurato un danno all’organismo o una alcoldipendenza. Si tratta di pazienti che si trovano in necessità di un trattamento che oggi è fornito a poco più di 72mila alcolisti nei 499 servizi alcologici del SSN. La sfida è intercettare il rischio prima che possa evolvere in danno e alcoldipendenza e far salire la quota dei pazienti in carico ai servizi, che oggi intercettano poco più del 10% di quanti avrebbero necessità di cure specifiche”, conclude Scafato.

Fonti:
http://www.epicentro.iss.it/alcol/
http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Salute/Alcolismo