Ampliare la capacità di intervento nella gestione dell’ overdose da oppioidi
In Italia ogni giorno quasi una persona muore per overdose da oppiacei, e nell’ultimo biennio, si è evidenziato un leggero incremento nel consumo di eroina, in particolare nei giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni. La prevenzione delle morti per OD da oppiacei continua dunque ad essere un una sfida importante per i servizi per le dipendenze, così come lo sono l’analisi dei nuovi consumatori e i loro pattern di consumo.
Lo standard di riferimento per intervenire in caso di overdose è il naloxone, disponibile in Italia senza obbligo di prescrizione. Sebbene il naloxone sia un farmaco salvavita e la normativa italiana ne permetta l’acquisto senza ricetta, la disponibilità del farmaco è ancora limitata se si escludono il sistema delle emergenze e pronto soccorso ed un numero limitato di programmi di Take Home Naloxone (THN; distribuzione di naloxone ai consumatori e alle loro reti amicali). Sebbene tali programmi siano attivi dal 1991, presenti sul territorio italiano a macchia di leopardo. La disponibilità di una nuova formulazione di Naloxone, la intra-nasale, grazie alla sua più facile somministrazione, rappresenta un’opportunità offrendo una nuova soluzione per la prevenzione e gestione delle overdose. Obiettivo primario è quello di creare un network tra gli attori coinvolti nel meccanismo di prevenzione e gestione delle OD, consolidando il ruolo di chi è già attivamente coinvolto nel processo e coinvolgendo nuove figure e modalità d’azione.
Il PIANO D'AZIONE DELL'UE IN MATERIA DI LOTTA CONTRO LA DROGA 2017-2020 indica la opportunità e necessità di promuovere e ampliare i programmi finalizzati alla disponibilità in tempi utili del naloxone. Specificamente indica la opportunità di prevenire più efficacemente la mortalità legata alla droga in funzione delle circostanze nazionali, come ad esempio nel caso degli oppiacei, fornendo accesso a dosaggi farmaceutici autorizzati di medicinali contenenti naloxone specificamente certificati per il trattamento di sintomi da overdose di oppiacei da parte di non professionisti formati, in mancanza di personale medico. Indica inoltre la opportunità di formazione sul naloxone per non professionisti, quale prerequisito indispensabile per la realizzazione di programmi sicuri per il consumo a domicilio
I due “pilastri” per la prevenzione delle OD e delle morti per OD da oppiacei che caratterizzano il sistema italiano sono essenzialmente due: i SerD e i servizi di Riduzione del Danno (RdD). Questi ultimi attuano la prevenzione delle OD essenzialmente attraverso l’implementazione di programmi di THN. I SerD invece somministrano trattamenti con farmaci sostitutivi (OST) con finalità di riduzione del rischi ed in minor misura sono impegnati nella distribuzione di Naloxone.
Le ricerche hanno rilevato che l'espansione della fornitura di naloxone non è associato a una maggiore assunzione di rischi da parte di pazienti o ad un qualsiasi aumento nell'uso di droghe. Al contrario studi che hanno esaminato specificamente l'uso di oppioidi tra coloro che sono stati addestrati all’uso del naloxone hanno documentato una riduzione dell'uso di droghe.
In questo quadro, il THN si inserisce negli interventi sia dei servizi pubblici che dei privati convenzionati.
E’ evidente che non si combatte la diffusione dell’overdose da eroina (sempre più spesso, tra l’altro, correlata all’uso contemporaneo di diverse sostanze quali alcool e benzodiazepine piuttosto che alla sola eroina) col solo strumento della distribuzione di Naloxone, ma attraverso strategie complesse, quali campagne di educazione/informazione tra i soggetti che usano eroina, distribuzione di materiale, promozione di programmi di trattamento sostitutivi, ecc. Nessuno di tali programmi è in contrapposizione o viene contrastato da programmi di distribuzione del Naloxone. Programmi di formazione possono spesso essere integrati in programmi di educazione preesistenti sull’overdose o in altri programmi di sensibilizzazione, e mentre i guadagni potenziali di intervento sono significativi in termini di vite salvate, i potenziali costi sociali o economici sono bassi. Nel contesto italiano in cui è già strutturato il concetto di THN, la formulazione spray nasale di naloxone promette un miglioramento dell’efficacia dell’intervento. Per via della facilità di somministrazione che non richiede manovre mediche complesse questa formulazione rappresenta una opportunità per rendere più efficaci le strategie di intervento già in essere e per individuare nuovi setting d’azione e nuovi attori da inserire nel quadro operativo per la prevenzione delle OD.
Lo standard di riferimento per intervenire in caso di overdose è il naloxone, disponibile in Italia senza obbligo di prescrizione. Sebbene il naloxone sia un farmaco salvavita e la normativa italiana ne permetta l’acquisto senza ricetta, la disponibilità del farmaco è ancora limitata se si escludono il sistema delle emergenze e pronto soccorso ed un numero limitato di programmi di Take Home Naloxone (THN; distribuzione di naloxone ai consumatori e alle loro reti amicali). Sebbene tali programmi siano attivi dal 1991, presenti sul territorio italiano a macchia di leopardo. La disponibilità di una nuova formulazione di Naloxone, la intra-nasale, grazie alla sua più facile somministrazione, rappresenta un’opportunità offrendo una nuova soluzione per la prevenzione e gestione delle overdose. Obiettivo primario è quello di creare un network tra gli attori coinvolti nel meccanismo di prevenzione e gestione delle OD, consolidando il ruolo di chi è già attivamente coinvolto nel processo e coinvolgendo nuove figure e modalità d’azione.
Il PIANO D'AZIONE DELL'UE IN MATERIA DI LOTTA CONTRO LA DROGA 2017-2020 indica la opportunità e necessità di promuovere e ampliare i programmi finalizzati alla disponibilità in tempi utili del naloxone. Specificamente indica la opportunità di prevenire più efficacemente la mortalità legata alla droga in funzione delle circostanze nazionali, come ad esempio nel caso degli oppiacei, fornendo accesso a dosaggi farmaceutici autorizzati di medicinali contenenti naloxone specificamente certificati per il trattamento di sintomi da overdose di oppiacei da parte di non professionisti formati, in mancanza di personale medico. Indica inoltre la opportunità di formazione sul naloxone per non professionisti, quale prerequisito indispensabile per la realizzazione di programmi sicuri per il consumo a domicilio
I due “pilastri” per la prevenzione delle OD e delle morti per OD da oppiacei che caratterizzano il sistema italiano sono essenzialmente due: i SerD e i servizi di Riduzione del Danno (RdD). Questi ultimi attuano la prevenzione delle OD essenzialmente attraverso l’implementazione di programmi di THN. I SerD invece somministrano trattamenti con farmaci sostitutivi (OST) con finalità di riduzione del rischi ed in minor misura sono impegnati nella distribuzione di Naloxone.
Le ricerche hanno rilevato che l'espansione della fornitura di naloxone non è associato a una maggiore assunzione di rischi da parte di pazienti o ad un qualsiasi aumento nell'uso di droghe. Al contrario studi che hanno esaminato specificamente l'uso di oppioidi tra coloro che sono stati addestrati all’uso del naloxone hanno documentato una riduzione dell'uso di droghe.
In questo quadro, il THN si inserisce negli interventi sia dei servizi pubblici che dei privati convenzionati.
E’ evidente che non si combatte la diffusione dell’overdose da eroina (sempre più spesso, tra l’altro, correlata all’uso contemporaneo di diverse sostanze quali alcool e benzodiazepine piuttosto che alla sola eroina) col solo strumento della distribuzione di Naloxone, ma attraverso strategie complesse, quali campagne di educazione/informazione tra i soggetti che usano eroina, distribuzione di materiale, promozione di programmi di trattamento sostitutivi, ecc. Nessuno di tali programmi è in contrapposizione o viene contrastato da programmi di distribuzione del Naloxone. Programmi di formazione possono spesso essere integrati in programmi di educazione preesistenti sull’overdose o in altri programmi di sensibilizzazione, e mentre i guadagni potenziali di intervento sono significativi in termini di vite salvate, i potenziali costi sociali o economici sono bassi. Nel contesto italiano in cui è già strutturato il concetto di THN, la formulazione spray nasale di naloxone promette un miglioramento dell’efficacia dell’intervento. Per via della facilità di somministrazione che non richiede manovre mediche complesse questa formulazione rappresenta una opportunità per rendere più efficaci le strategie di intervento già in essere e per individuare nuovi setting d’azione e nuovi attori da inserire nel quadro operativo per la prevenzione delle OD.
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