03-05-2017

Cala il consumo di sostanze negli Stati Uniti

Cala il consumo di sostanze negli Stati Uniti Monitoring the Future (Johnston et al., 2017) è un’indagine annuale sponsorizzata dal National Institute on Drug Abuse  (Nida) che, condotta dall’Institute for Social Research dell’Università del Michigan e rivolta a 45.500 studenti di 372 scuole secondarie, fotografa l’andamento dei consumi di sostanze stupefacenti negli Stati Uniti. Lo studio, condotto regolarmente dal 1975, rivela che negli Usa è in calo il consumo di droghe, alcol e sigarette. La tendenza generale al declino nell’uso di sostanze è in linea con i trend discendenti registrati nel 2014 e 2015. In particolare, se alcol e sigarette raggiungono il loro minimo storico, per quanto riguarda le droghe illegali, la prevalenza annua diminuisce sia complessivamente, sia rispetto all’uso di tutte le droghe marijuana esclusa, sia all’uso di marijuana sintetica, Mdma (ecstasy, Molly), cocaina, crack, amfetamine, metamfetamine, eroina, Rohypnol, farmaci senza supervisione medica (Vicodin, tranquillanti) e steroidi. Il declino complessivo nella prevalenza dell’uso di droghe illegali è largamente dovuto al fatto che il consumo di marijuana, che trascina l’indice complessivo, mostra un calo dell’1,1%.
Degni di nota i rilievi interpretativi degli autori dello studio. In primo luogo, la divergenza nelle traiettorie storiche delle varie sostanze evidenzia come i determinanti all’utilizzo siano specifici per ciascuna di esse. Determinanti che includono sia i benefici percepiti che le percepite conseguenze avverse che i giovani di volta in volta associano alle diverse droghe.  Le notizie sui presunti benefici di una droga spesso si propagano molto più velocemente di quelle relative alle conseguenze avverse. Un fenomeno esacerbato dalla diffusione di flussi informativi su internet. Normalmente, serve molto più tempo perché le prove della pericolosità e nocività di una droga si accumulino, vengano accettate e quindi disseminate.
In secondo luogo, accanto all’affermarsi di nuove sostanze, è ciclico il ricomparire di vecchie droghe, riscoperte dai giovani generazioni dopo la loro prima apparizione. Molte droghe tornano infatti popolari ad anni di distanza, probabilmente perché la consapevolezza della loro pericolosità tra i consumatori si affievolisce da una generazione all’altra. Gli autori definiscono tale processo “generational forgetting” e citano come esempio Lsd e metamfetamine, ampiamente usate negli anni sessanta del secolo scorso e tornate in auge negli anni novanta. Eroina, cocaina, fenciclidina e crack hanno seguito pattern similari, così come, più recentemente, ancora Lsd, inalanti ed ecstasy. Un fenomeno che mette le future coorti di giovani studenti a rischio di incappare nell’uso di tali sostanze.