Disturbo da gioco d'azzardo. Una analisi dell'Istituto superiore di sanità
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L’aumento dei SerD attivi sul disturbo da gioco d’azzardo si è registrato soprattutto dopo il 2005; per quanto riguarda il privato sociale, anche se in misura molto minore, la crescita si è verificata dal 2011 al 2014. Se il 23,2% delle 95 strutture del privato sociale eroga prestazioni gratuite, gli interventi dei Ser.D sono quasi sempre a completo carico del Ssn: solo il 2% dei servizi ha dichiarato di erogare prestazioni sottoposte a ticket e l’1% di offrire prestazioni fuori dai Livelli essenziali di assistenza. Gli interventi più frequenti nei SerD sono counselling (91%) e psicoterapia individuali (87%), seguiti da terapie familiari (55%) e di coppia (49%). L’offerta nel privato sociale aggiunge con più frequenza l’intervento riabilitativo/educativo e il gruppo psico-educativo. Nei servizi lavorano soprattutto medici, psicologi e assistenti sociali, con l’infermiere dedicato presente solo marginalmente (7%). Nelle strutture del privato sociale, l’equipe è mediamente formata da almeno uno psicologo e quasi sempre anche da un educatore, con il medico non presente nella maggior parte dei casi.
I SerD hanno indicato 17.688 utenti presi in carico dall’inizio dell’attività. A giocare d’azzardo in modo patologico sono soprattutto i maschi tra 41 e 50 anni (con un rapporto di 4 a 1 rispetto alle femmine, ma procedendo con l’età il rapporto cambia e, nella fascia 61-70 anni, diventa 1,8:1). I centri del privato sociale hanno invece affermato di aver fornito prestazioni a 6.195 utenti, con un rapporto maschi/femmine più basso.
Fonte: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato8437759.pdf