30-01-2017

E-Health, tra menzogne e verità

E-Health, tra menzogne e verità Nove italiani su dieci consultano il web quando hanno bisogno di informazioni sulla salute e il 44% ritiene che rivolgersi a internet sia poco o per nulla rischioso. È quanto emerge da un sondaggio commissionato da Ibsa Foundation for Scientific Research in occasione del workshop “E-Health: Tra bufale e verità: le due facce della salute in rete”, organizzato insieme a Cittadinanzattiva il 26 gennaio scorso a Roma. L’incontro, ripreso da Sanità24, ha rappresentato una occasione per riflettere sui rischi associati all’enorme offerta informativa disponibile in internet in materia di salute.
Il sondaggio, incrociando i dati relativi alla frequenza di utilizzo del web nella ricerca di informazioni sulla salute e il grado di fiducia nella rete, evidenzia che i 24-34enni utilizzano spesso internet per acquisire informazioni in tema di salute, ma sono più guardinghi rispetto ai 45-54enni, mentre diffidenti a priori risultano gli over 65. Quasi la metà degli intervistati non sembra preoccuparsi della diffusione di notizie false o fuorvianti. Notevoli le differenze sull’uso della rete nella ricerca di informazioni sulla salute rispetto al titolo di studio: vi ricorre il 96% dei laureati e appena il 24,5% di chi non è andato oltre la licenza elementare. Scarsa anche l’attenzione verso le fonti: il 44% si affida per abitudine ai primi risultati della pagina, soprattutto gli utenti più giovani – il 55% dei 18-24enni.
Una maggiore consapevolezza dei rischi connessi all’uso della rete e più solide competenze di base sulla salute in generale potrebbero contribuire a responsabilizzare gli utenti del web. Imprescindibile una riflessione sulla affidabilità e consistenza delle fonti, prestando attenzione all’estensore delle informazioni e privilegiando le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute: “Le nozioni di base diventano l’unica arma per difendersi da informazioni parziali o scorrette”, spiega Antonio Gaudioso, segretario generale Cittadinanzattiva. “Ma quando parliamo di Health Literacy non ci riferiamo solo a questo: maggiori competenze significa anche un migliore rapporto tra medico e paziente. Un circolo virtuoso che spesso si traduce in una terapia più efficace e, quindi, in benefici in termini di salute. E’ una materia di cui in Italia si parla ancora poco ma che ha e avrà una rilevanza sempre maggiore”, conclude Gaudioso.
 
Fonte: http://www.sanita24.ilsole24ore.com/