Esiste la dipendenza da videogiochi?
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Secondo Ferguson e Markey, invece, l’analogia con le tossicodipendenze è una forzatura. In uno studio da poco pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, e che ha coinvolto quasi 19 mila soggetti, gli autori sostengono che soltanto l’1 per cento dei giocatori mostra segnali di quella che potrebbe essere definita dipendenza. La ricerca, inoltre, indica come quasi nessuno dei giocatori denoti i tipici segnali associati alla dipendenza: “la salute mentale, fisica, e sociale di questi potenziali dipendenti da videogiochi non è diversa da quella delle altre persone”.
Ferguson e Markey riconoscono i rischi legati alle nuove tecnologie, ma ciononostante rifiutano ogni forma di nostalgia per gli anni cinquanta “quando la persone non erano così legate alla tecnologie ed erano libere di godere dei semplici piaceri della vita, come salire sugli alberi e giocare a campana, ammalarsi di poliomielite e fare la coda allo sportello per controllare il proprio conto in banca”. Pertanto, gli autori concludono ribadendo che, nonostante sia importante che i giovani e i meno giovani bilancino l’uso della tecnologia con l’esercizio fisico e altre corrette abitudini, “le evidenze empiriche rispetto alla dipendenza di videogiochi sono al momento virtualmente inesistenti”.
Fonte: Markey, P. M., & Ferguson, C. J. (2017), “Internet Gaming Addiction: Disorder or Moral Panic?”, The American journal of psychiatry, 174(3), 195.