Gambler con disordini alimentari: un gruppo vulnerabile
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L’11.5% del campione, con una preponderanza del genere femminile, soffre di disordini alimentari, soprattutto bulimia nervosa. Costoro riferiscono di giocare per più giorni, evidenziano distorsioni cognitive, impulsività, suicidalità e palesano altre comorbilità psichiatriche, comportamenti additivi inclusi. Risultati che testimoniano come i disordini alimentari per molti giocatori siano un problema più diffuso di quanto ritenuto in precedenza, tale da connotare un gruppo particolarmente vulnerabile che necessita di approcci terapeutici complessi e customizzati.
I dati della ricerca di Kim e colleghi, riconoscendo le svariate psicopatologie che colpiscono i soggetti studiati, richiamano le evidenze di un recente lavoro che mette in rilievo i comuni meccanismi neurobiologici soggiacenti sia alla food addiction che all’abuso di droghe (Lindgren et al., 2018): mediante tomografia ad emissione di positroni, risonanza magnetica funzionale, studi di imaging strutturale, neuroimaging e interventi farmacologici su individui obesi, si conferma che droghe e cibo esercitano effetti gratificanti simili, attraverso l’attivazione dei neuroni dopaminergici nell’area tegmentale ventrale, con conseguente rilascio di dopamina nel nucleo accumbens ed effetti sulla via mesolimbica.
Fonti:
Kim, H.S., von Ranson, K.M., Hodgins, D.C., McGrath, D.S., & Tavares, H. (2018). Demographic, Psychiatric and Personality Correlates of Adults Seeking Treatment for Disordered Gambling with a Comorbid Binge/Purge Type Eating Disorder. European Eating Disorders Review.
Lindgren, E., Gray, K., Miller, G., Tyler, R., Wiers, C. E., Volkow, N. D., & Wang, G. J. (2018). Food addiction: A common neurobiological mechanism with drug abuse. Frontiers in bioscience, 23, 811-836.