24-02-2017

Gioco d'azzardo, l'efficacia dei trattamenti online

Gioco d'azzardo, l'efficacia dei trattamenti online Uno studio recentemente pubblicato dal Journal of Gambling Studies si concentra sulla efficacia della terapia cognitivo-comportamentale online per il trattamento del gioco d’azzardo problematico  (ICBT). I ricercatori (Casey et al., 2017) hanno comparato gli esiti di alcuni pazienti sottoposti a terapia cognitivo-comportamentale online con quelli di un gruppo di controllo costituito da pazienti in lista d’attesa e di un ulteriore gruppo coinvolto in un programma di monitoraggio, feedback e supporto per i problemi di gioco (IMFS). I 174 partecipanti sono stati assegnati casualmente a uno dei tre raggruppamenti, con l’intento di valutare l’effetto delle tre differenti condizioni sui comportamenti di gioco e sui correlati stati di salute mentale.
I pazienti coinvolti nell’ICBT e nell’IMFS, dopo aver completato sei moduli online, hanno beneficiato di un significativo alleviamento della severità del disturbo da gioco d’azzardo, effetto positivo che si è mantenuto stabile nei 12 mesi seguenti. In particolare, negli utenti sottoposti a terapia cognitivo-comportamentale si sono riscontrati miglioramenti in merito non solo all’impulso a giocare, ma anche a livello cognitivo, di stress e di soddisfazione  rispetto alla propria vita. Evidenze confermate dal gradimento espresso dagli utenti rispetto al percorso trattamentale proposto.  I risultati indicano che i trattamenti online possono costituire validi strumenti per stimolare la richiesta di aiuto e aumentare la ritenzione in trattamento nella popolazione dei giocatori problematici, oltre ad essere suscettibili di integrazione in un più ampio approccio di presa in carico e cura.
Come segnalato da altri studi sul tema (Melville et al. 2010) e come riconosciuto dagli stessi autori in fase di commento, future ricerche dovranno esaminare i metodi più appropriati per accrescere il tasso di partecipazione e ridurre il tasso di abbandono nei trattamenti online. Ad ogni modo, tali limitazioni non paiono inficiare le evidenze emerse, che rimangono di particolare interesse e prospettiva, soprattutto in un panorama caratterizzato dalla scarsa propensione a chiedere aiuto e a impegnarsi in trattamenti vis-à-vis mostrata dalla popolazione generale dei giocatori problematici.  In definitiva, ciò conferma l’utilità  di offrire nuove opzioni terapeutiche in alternativa a, e ad integrazione di, quelle tradizionali e consolidate.

Fonte: Casey, L. M., Oei, T. P., Raylu, N., Horrigan, K., Day, J., Ireland, M., & Clough, B. A. (2017), “Internet-Based Delivery of Cognitive Behaviour Therapy Compared to Monitoring, Feedback and Support for Problem Gambling: A Randomised Controlled Trial”, Journal of Gambling Studies.