Giornata mondiale senza tabacco: scompare il divario di genere
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L’indagine evidenzia che gli interventi legislativi, a partire dalla legge sul fumo fino ai più recenti divieti, hanno avuto un impatto significativo. Osserva la direttrice dell’OssFAD, Roberta Pacifici: “La legge del 2003 è stata una delle più importanti norme di sanità pubblica che, nata per difendere dal fumo passivo, ha avuto il grande merito di educare al rispetto degli spazi comuni, come dimostrano i dati relativi al comportamento dei padroni di casa rispetto a ospiti fumatori; nel 2006, il 43,1% degli intervistati dichiarava di consentire ai propri ospiti di fumare in casa, nel 2017 solo il 12,4% lo consente”. Inoltre, 9 persone su 10 dichiarano che il divieto di fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro è sempre o quasi sempre rispettato.
A dimostrazione che l’educazione a corretti stili di vita e la comunicazione sono strumenti centrali nel costruire la consapevolezza sui rischi per la salute, l’indagine rivela che, dopo aver guardato le avvertenze e le immagini shock presenti sui pacchetti di sigarette, il 60% dei fumatori riconosce un aumentato desiderio di smettere e il 36% ha rinunciato ad accendersi una sigaretta. Per quanto riguarda la sigaretta elettronica, gli utilizzatori sono circa 1,3 milioni, in lieve calo rispetto allo scorso anno. Chi ne ha fatto uso riferisce di aver diminuito il consumo di sigarette tradizionali leggermente (il 13,8%) o drasticamente (l’11,9%), mentre il 34,9% non ha cambiato abitudini, il 10,4% ha iniziato a fumare, l’11,7% ha ripreso il consumo delle sigarette tradizionali e il 14,4% ha invece smesso definitivamente. Infine, da quando il Numero Verde Fumo dell’Iss è stato inserito su tutti i pacchetti di sigarette, il servizio telefonico ha visto un forte incremento del numero di chiamate (7.767 nel 2016). L’utente che chiama è nel 64,6% dei casi maschio, di età compresa tra i 46 e i 65 anni.