29-05-2018

Hiv/Aids. A piccoli passi verso una cura

Hiv/Aids. A piccoli passi verso una cura La ricerca in tema di Hiv/Aids rimane vitale o corriamo il rischio di battute d’arresto, complice inconsapevole anche la cronicizzazione della malattia? Attilia Burke, Quotidiano Sanità, ha sollecitato sull’argomento Andrea Antinori, Direttore Sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, a margine della X edizione dell’Italian Conference on Aids and Antiviral Research (Icar). Da infezione letale a malattia cronica: questa è la parabola del virus dell’Hiv negli ultimi decenni in Italia. Se il tema era all’ordine del giorno negli anni ‘80, i progressi della ricerca scientifica hanno ridotto considerevolmente il numero dei contagi, anche se persistono dai 3 ai 4 mila nuovi casi l’anno.
Mutata è la percezione del pericolo, tanto è vero che in Italia si stima che almeno un malato di Hiv su 10 non sia consapevole di esserlo. Ma quale è lo stato dell’arte? Antinori argomenta: “Abbiamo ottenuto un controllo stabile, cronico, a lungo termine dell’infezione, il passaggio successivo è quello di eradicare la malattia…Attualmente, infatti, se viene sospesa la terapia in un soggetto che è in trattamento anche da 15 anni con viremia soppressa, dopo alcune settimane il virus torna a replicarsi, l'immunità ricomincia a scendere e questo ci costringe a somministrare i farmaci a vita”. Prosegue Antinori: “I progetti di cura ci sono.. ma il vero problema è la quota di virus che è latente nelle cellule di deposito, prevalentemente linfociti, non raggiungibile dagli antiretrovirali perché questi ultimi colpiscono il virus quando esso si replica”.
In conclusione, già esistono approcci di eradicazione ma le evidenze sono ancora a un livello preliminare, anche per quanto riguarda le strategie vaccinali o quelle che utilizzano farmaci intervenienti sulle fasi di latenza. La soluzione, insomma, è ancora piuttosto lontana.