La delicata transizione dagli Opg alle Rems
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In questa fase di delicata transizione, il Commissario, di fronte ai rischi della permanenza della logica di istituzione totale e totalizzante, ritiene urgente un’opera di riforma del Codice penale, dopo che vari progetti succedutisi nel tempo (Pagliaro, Grosso, Nordio, Pisapia) “si sono sempre arenati per resistenze o per insipienze politiche”. Sotto questo profilo, la chiusura degli Opg potrebbe essere un punto di partenza. Tra gli articoli del Codice da riformare, Corleone segnala il 206 in tema di misure provvisorie, ossia le misure di sicurezza in attesa di essere eseguite per mancanza di posti nelle Rems: tale articolo dovrebbe essere abrogato e sostituito con la custodia cautelare, con affidamento al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spcd).
Da più parti emergono timori intorno al reale funzionamento delle Rems, perplessità che invitano a un attento monitoraggio, che accerti in particolare la loro idoneità, architettonica e strutturale, ad adempiere alla funzione di comunità, non di ospedale o di carcere: “Non basta, infatti, parlare di superamento degli Opg. Perché della logica manicomiale è intrisa la società. È indispensabile che il Parlamento affronti alcuni interventi sulla natura delle Rems e sulle misure di sicurezza. In Senato è stato depositato un emendamento sulla Legge delega sulla giustizia e sul sistema penitenziario dalla presidente della commissione Sanità, senatrice Emilia Grazia De Biasi, che farebbe chiarezza aiutando la riforma a rafforzarsi”. Ad ogni modo, conclude il Commissario,“un significativo passo in avanti è stato fatto nel solco tracciato a suo tempo dalla legge Basaglia. Altri passi sicuramente andranno compiuti, nella stessa direzione e con la stessa radicalità (…). La chiusura del manicomio criminale rappresenta davvero una rivoluzione culturale e sociale. Ciò che non si può e non si deve fare è di tornare indietro”.