28-01-2017

Personalità e gioco problematico, il ruolo dei 'Big Five'

Personalità e gioco problematico, il ruolo dei 'Big Five' La teoria e la ricerca propongono almeno tre tipologie di motivazioni che inducono a giocare d’azzardo: coping (giocare per fronteggiare situazioni negative), rinforzo (giocare per amplificare situazioni positive) e ragioni di natura sociale (giocare per accrescere il senso di appartenenza a contesti e reti sociali). Tuttavia, pochi sono stati gli studi che hanno esaminato i tratti di personalità associati alle suddette motivazioni. La teoria dei Big Five di McCrae e Costa risulta una delle più condivise e testate negli studi sulla personalità, sia a livello teorico che empirico, postulando cinque grandi dimensioni (Big Five, appunto) della personalità: estroversione-introversione (tendenza o meno a orientarsi verso il mondo esterno più che verso il proprio mondo interiore), gradevolezza-sgradevolezza (tendenza, o meno, a essere amichevoli, degni di fiducia e pro-sociali), coscienziosità-negligenza (tendenza, o meno, a essere auto-disciplinati, organizzati e a controllare gli impulsi in vista di obiettivi a lungo termine), nevroticismo-stabilità emotiva (tendenza, o meno, a esperire emozioni negative, soprattutto in risposta allo stress), apertura mentale-chiusura mentale (tendenza, o meno, a essere riflessivi, fantasiosi e curiosi intellettualmente). 
La ricerca qui presentata, e pubblicata sull’ultimo numero del Journal of Gambling Issues (Mackinnon et al., 2016), mediante la somministrazione ogni 12-18 mesi di quattro questionari, testa il legame longitudinale - ossia nel tempo e riferito ai singoli individui - tra i cambiamenti nei cinque tratti di personalità individuati e le motivazioni al gioco. Il target di riferimento è rappresentato dai giovani nella fase di ingresso nell’età adulta, interessando un campione di 679 ragazzi con età media di quasi diciannove anni e di ambo i generi (51,8% femmine).
I risultati evidenziano che i cambiamenti nel tempo della personalità sono associati a specifiche motivazioni al gioco d’azzardo. Nel dettaglio: i giovani che, nel lasso di tempo considerato, hanno sperimentato un crescita del nevroticismo si sono dedicati al gioco in funzione di coping; coloro i quali hanno sviluppato la gradevolezza hanno mostrato un calo nelle motivazioni di natura sociale e di coping; i cambiamenti nei domini della coscienziosità e della apertura mentale non risultano invece correlati ad alcuna motivazione specifica al gambling, mentre le evidenze più solide riguardano il fatto che estroversione e gradevolezza predicono motivazioni al gioco di natura sociale, ossia il fatto di  giocare per accrescere il senso di appartenenza a contesti e reti sociali. Considerando che il genere non sembra avere un’influenza sul sistema di relazioni individuato, gli autori concludono sottolineando l’opportunità di interventi mirati e individualizzati che tengano conto delle caratteristiche di personalità dei giocatori problematici e delle loro relazioni con le motivazioni al gioco.

Fonte: Mackinnon S.P., Lambe L. e Stewart S.H. (2016), “Relations of Five-Factor Personality Domains to Gambling Motives in Emerging Adult Gamblers: A Longitudinal Study”,  Journal of Gambling Issues: Issue 34, pp. 179-200.