Sostanze d'abuso e ictus
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L’abuso etilico, molto frequente nei soggetti giovani, è considerato un fattore di rischio sia ischemico che emorragico, aumentando di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare e agendo come fattore precipitante in grado di determinare l’evento acuto in occasione di una forte bevuta (binge). Rispetto al fumo, l’aumento di rischio risulta del 40% circa nei modici fumatori (<10 sigarette al giorno) e dell’80% nei forti fumatori (>20 sigarette al giorno), apparendo più accentuato negli under 55.
Molti lavori scientifici comprovano inoltre la relazione tra ictus ischemico e uso di cannabis, anche se in metà dei casi non si può escludere il ruolo di cofattori favorenti come fumo di tabacco e alcol. L’uso di cocaina nei soggetti giovani aumenta di 6,4 volte il rischio, maggiore (7,9) per il fumo della sostanza (crack) rispetto alla inalazione (3,5). La letteratura documenta anche molti casi di emorragia cerebrale conseguenti all’uso di metanfetamina o prodotti simili (Ecstasy, Anfetamina, etc.), episodi verosimilmente legati all’effetto vasopressorio di tali sostanze. Infine, l’ictus, sia ischemico che emorragico, risulta associato all’utilizzo di oppiacei, eroina, in particolare: la patologia ischemica può essere legata ad embolia cardiogena dovuta ad endocardite settica, con gli emboli settici poi in grado di erodere i vasi intracranici originando emorragie cerebrali.