25-03-2017

Stati generali sul carcere, un anno dopo

Stati generali sul carcere, un anno dopo Gli Stati generali dell’esecuzione penale, convocati lo scorso anno dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, avevano tratteggiato la riforma del sistema penitenziario. Una riflessione sullo stato dell’arte arriva dalla relazione presentata da Santi Consolo, Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), nella riunione promossa il 23 marzo scorso dal ministro Orlando. Dieci mesi di lavoro, con oltre duecento esperti riuniti in tavoli tematici per studiare il sistema carcerario italiano, hanno prodotto un rapporto conclusivo di un centinaio di pagine.
Nella relazione, ripresa da Teresa Valiani, Redattore Sociale, oltre alle misure e ai progetti adottati dall’amministrazione penitenziaria in tema di architettura e carcere, vita detentiva, responsabilizzazione del detenuto, circuiti di sicurezza e donne, risultano di particolare interesse gli ambiti della minorità sociale, della vulnerabilità e delle dipendenze. Scrive Consolo: “Continua è l’attività di monitoraggio per l’attuazione dei protocolli di intesa sottoscritti negli ultimi due anni dal ministro della Giustizia con diverse regioni. Le intese mirano a consolidare la collaborazione tra l’Amministrazione, gli Enti locali e la Magistratura di Sorveglianza per potenziare le capacità recettive delle comunità residenziali, anche di tipo terapeutico, idonee ad ospitare detenuti agli arresti domiciliari o in misura alternativa: nel database ‘monitoraggio condizioni detentive’ è stata prevista una nuova scheda, denominata ‘detenzioni brevi’, utile a conoscere quanti sono i detenuti in condizione di accedere a misure alternative, le proposte avviate d’ufficio e quante, di queste, risultano approvate dai magistrati di sorveglianza (…) per i soggetti con limitazioni funzionali, si sollecita la promozione di corsi per formare detenuti lavoranti con competenze adeguate secondo il modello di caregiver familiare, per assicurare alle persone detenute con disabilità l’assistenza per l’igiene, l’aiuto nel movimento e la mobilità, le modalità di relazione, l’alimentazione, le forme di allerta e di intervento per le emergenze. (…) per ridurre il numero dei suicidi in carcere, è stata predisposta la bozza di un Piano Nazionale per la Prevenzione delle condotte suicidarie. Lo scorso 6 marzo è stata richiesta la ulteriore convocazione del Tavolo di Consultazione Permanente per la sanità penitenziaria per dare nuovo impulso alle attività dirette alla condivisione del Piano”.
Azioni che descrivono un processo in fieri destinato, nelle intenzioni enunciate, a contribuire a restituire dignità alla esecuzione penale in Italia.