12-09-2019

Tecnologie informatiche e uso eccessivo

Tecnologie informatiche e uso eccessivo Il dibattito pubblico sull’uso eccessivo dei dispositivi elettronici e gli effetti indesiderati della comunicazione digitale si arricchisce di giorno in giorno. Un recente articolo (Gui & Büchi, 2019) sviluppa e analizza empiricamente la percezione dell’utilizzo eccessivo da parte dei fruitori (PDO), riflettendo sulle ricadute sociali del fenomeno. Una questione di ampia portata: secondo una ricerca Ofcom  (l’autorità regolatrice indipendente per le società di comunicazione nel Regno Unito), il 49% dei britannici sente di dedicare troppo tempo alla navigazione Internet, il 37% percepisce di fare un uso eccessivo dei social media e il 59% riferisce di vivere letteralmente “attaccato” al proprio smartphone (secondo il Pew Research Center, l’82%  degli statunitensi adulti ammette che l’uso dei telefoni cellulari danneggia le proprie conversazioni).
Se un grande numero di ricerche si è focalizzato sulla Internet addiction, è chiaro come il PDO rappresenti anch’esso una tematica rilevante. Essendo l’Internet addiction un concetto dalle evidenti implicazioni cliniche, definire la percezione della progressiva perdita di controllo nella gestione delle comunicazioni e delle connessioni costituisce un utile passaggio per ricostruire il processo che può condurre alla dipendenza. Motivo per cui, recentemente, diversi autori hanno iniziato a distinguere chiaramente l’uso eccessivo (digital overuse) dall’addiction vera e propria, mentre altri hanno affiancato alle determinati psicologiche di tali fenomeni anche le caratteristiche strutturali dei dispositivi e l’ambiente digitale in cui ci muoviamo (Hofmann et al., 2017; Tokunaga, 2015).
Uno degli aspetti interessanti dell’articolo di Gui e Büchi – che si sofferma sull’ineguale distribuzione del PDO tra i fruitori di Internet in base a età/istruzione/genere (campione rappresentativo della popolazione italiana, ossia 2008 utenti) – è proprio quello di riflettere sui comportamenti disfunzionali che costituiscono la grande area grigia che spesso precede lo sviluppo della cosiddetta Internet addiction. Nel dettaglio, circa il 40% dei fruitori italiani riconosce un uso eccessivo di Internet e tale circostanza evidenzia come i disagi per il benessere psichico non riguardino soltanto l’esigua minoranza identificata come dipendente; inoltre, elevati livelli di istruzione, età avanzata e genere maschile correlano negativamente con il PDO. I risultati di questo studio suggeriscono infine che le disparità nella capacità di difendersi dagli effetti collaterali di Internet rischia di approfondire le disuguaglianze nelle competenze digitali che caratterizzano il nostro paese, disuguaglianze non più legate allo scarso accesso al Web ma alla gestione/malagestione di una sovrabbondanza di accessi.

Fonte: Gui, M. & Büchi, M. (2019). From use to overuse: Digital inequality in the age of communication abundance. Social Science Computer Review. https://doi.org/10.1177/0894439319851163